martedì 30 novembre 2010

Oggi, caro Umbertino Tangentato Enimont.....

Oggi, caro Umbertino Tangentato Enimont....... 





in Raccomandafigli, fra voi e lui non c'è più alcuna differenza: 
tutti al Nord sanno che lui è un mafioso e che lo siete diventati pure voi.
L'unica cosa che vi tiene legati è il potere mentre chi vi vota è ignorante o, peggio, connivente.
E per non perdere il consenso degli ignoranti dovrete tagliare ancora di più all'istruzione e all'informazione, prima che sia troppo tardi.

by Valerio (PVRGLForli)

mercoledì 24 novembre 2010

Omsa, Galeotti (Cgil): "Ora vogliamo vedere un progetto nero su bianco"


"Ora vogliamo vedere un progetto nero su bianco"


"Siamo in una fase delicata della vertenza Omsa, nella quale tutto serve, tranne spargere ancora una volta voci su possibili acquirenti che come in passato sono risultate solo fumo negli occhi". A parlare è Idilio Galeotti, Coordinatore della Cgil del Comprensorio Faentino. "Come Sindacato rimaniamo sulla posizione assunta unitariamente sabato scorso nell'assemblea dei lavoratori. Chiediamo possa esserci un accordo complessivo nel quale vengano ricollocati tutti i lavoratori, e a questo proposito siamo preoccupati che in otto mesi si siano ricollocate solo otto dipendenti, siamo preoccupati per il fatto che si sta avvicinando la scadenza di marzo del primo anno di cassa integrazione e nulla è scontato per il rinnovo di un altro anno".



"Come leggo da un quotidiano di ieri, sembra che dall'incontro fra azienda e Amministrazione avvenuto il 22 novembre, siano emersi possibili acquirenti, ma io su questo preferisco non pronunciarmi, come dicevo, più volte si è parlato di fumo, quindi oltre al danno anche la beffa e questo i lavoratori dell'Omsa non lo meritano - continua Galeotti -. Abbiamo chiesto fin da subito all'Amministrazione di Faenza di incontrarci appena fatto l'incontro con la proprietà, la quale ci ha comunicato che ci vedrà la mattina del 1 dicembre, prima dell'incontro in Regione, lì vedremo se c'è sostanza occupazionale. Vogliamo vedere nero su bianco un progetto complessivo che dia lavoro a tutti i dipendenti. Il cerino in mano, se così si può dire, lo deve tenere l'azienda, è lei che ha licenziato e vuole chiudere l'Omsa di Faenza, quindi è lei che ha la totale responsabilità a quello che sta accadendo ai lavoratori, ed è lei in primis che deve fare proposte certe a questi lavoratori".


"L'azienda deve sapere che i lavoratori non ci stanno ad essere licenziati e deve sapere che come sindacato non accetteremo mai proposte che non siano serie e di prospettiva per i lavoratori Omsa. Se l'azienda pensava di chiudere e andarsene in silenzio, magari anche guadagnandoci molto sulla vendita dello stabile, deve sapere che noi non ci stiamo e faremo di tutto per opporci. Siamo riusciti a portare la vertenza Omsa a livello Nazionale, l'essere riusciti a parlare delle lavoratrici Omsa in programmi televisivi visti da milioni di persone, essere presenti in testate giornalistiche Nazionali anche in prima pagina, come l'essere presenti nell'informazione regionale e locale per decine di volte è servito per far capire che non ci arrendiamo e soprattutto della grande dignità che hanno dimostrato queste lavoratrici e lavoratori nel parlare della loro vertenza".


"Quindi inviterei tutti a non fare dichiarazioni se non si ha l'assoluta certezza che questo comporta lavoro serio per tutti i dipendenti Omsa. Per il resto come organizzazioni e lavoratori continuiamo nel nostro lavoro sindacale di stretto confronto con tutti i livelli Istituzionali, continuiamo a mantenere uno stretto rapporto con tutta la società, di grande interesse è il lavoro avviato con mondi della cultura, penso al Mei, penso alla compagnia teatrale Due Mondi, penso alle tante collaborazioni artistiche che si stanno avviando in tante realtà del territorio Nazionale".






"A questo proposito - dichiara Samuela Meci della Filctem Cgil - sabato 27 novembre alle ore 21 a Faenza in Piazza del Popolo la vertenza dell'Omsa sarà nuovamente sotto i riflettori. Il Mei infatti ha dapprima organizzato un concorso, con a tema la situazione dell'Omsa, per le band musicali emergenti; il brano vincitore "Ma quale crisi" dei Khorakanè è stato presentato in anteprima davanti ai cancelli della fabbrica faentina. Per sabato 27 il Mei ha invece organizzato, all'interno della sua manifestazione di tre giorni a Faenza, "Un palco per l'Omsa" dove la Band dei Khorakanè riproporrà, sul palco allestito nella Piazza principale di Faenza, la canzone vincitrice del concorso e dove si esibiranno anche altri gruppi sempre con canzoni dedicate al lavoro e all'Omsa. Negli stessi giorni ci saranno di nuovo anche le "Brigate per il lavoro" rappresentazioni teatrali spontanee per la città, dirette dal "Teatro due Mondi" nelle quali saranno protagoniste anche lavoratrici dell'Omsa, iniziative che hanno avuto notevole risalto anche in trasmissioni televisive Nazionalie che metto assieme il tema lavoro con il teatro".


"Con queste iniziative si vuole urlare infatti l'ingiustizia di scelte solo basate sul profitto che alcuni imprenditori, come Nerino Grassi, hanno deciso di intraprendere, a scapito di quello che invece dovrebbe essere la responsabilità sociale che un'azienda ha nel territorio. Urlare a tutti di non volere e non potere accettare scelte liberiste che scaricano tutta la loro problematicità solo sulle persone che hanno lavorato con sacrificio per tanti anni non arricchendosi ma avendo solo la possibilità di una vita dignitosa, dignità che rischia di essere persa se si perde il posto di lavoro. Come Organizzazioni Sindacali - conclude Galeotti -, invitiamo tutte le lavoratrici e lavoratori ad essere presenti alle iniziative e tutta la cittadinanza ad essere solidale con una vertenza che oltre che di lavoro parla di dignità del territorio Faentino".

Fonte notizia:

lunedì 22 novembre 2010

COMPRARE CASA IN EMILIA ROMAGNA RIAPRE IL BANDO PER LE GIOVANI COPPIE

RIAPRE IL BANDO PER LE GIOVANI COPPIE !!!


Con il programma "Una casa per le giovani coppie e altri nuclei familiari", la Regione Emilia-Romagna si propone di aiutare i nuclei costituiti da:
  • giovani coppie (si intendono nuclei costituiti da coniugi, da nubendi, da conviventi more uxorio o da persone intenzionate a convivere more uxorio, in cui almeno uno dei due componenti la coppia abbia non più di 35 anni;
  • nuclei monoparentali (si intendono i nuclei costituiti da un solo genitore che abbia non più di 45 anni di età con uno o più figli a carico);
  • nuclei numerosi (si intendono i nuclei nei quali almeno uno dei due genitori non abbia più di 45 anni di età e nei quali siano presenti almeno tre figli coresidenti, dei quali almeno uno minore di anni 18);
  • nuclei sottoposti a procedure di rilascio dell'alloggio per ragioni diverse dalla morosità;
  • nuclei assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica per i quali sia stata dichiarata la decadenza per superamento dei limiti di reddito;
ad acquistare la proprietà della prima casa con patto di futura vendita, dopo un periodo di locazione o assegnazione in godimento di massimo 4 anni. Le parti possono concordare la compravendita dell'alloggio anche prima della scadenza dei 4 anni di locazione o di assegnazione in godimento.
La Regione mette a disposizione un contributo di 10.000,00 euro per alloggio, che aumenta a 13.000,00 euro per gli alloggi realizzati con tecniche costruttive che garantiscano l'applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici, previsti dalla delibera dell'Assemblea Legislativa n. 156/2008. Inoltre il contributo può essere incrementato di un importo aggiuntivo di2.000,00 Euro per i nuclei nei quali sia presente almeno un figlio.
Il prezzo degli alloggi, che sono messi a disposizione da cooperative e imprese, deve essere oggetto di convenzione tra il comune e l'operatore, non può superare il prezzo a metro quadrato di superficie complessiva indicato al momento della collocazione della offerta.
Il canone da applicare nel periodo di locazione o assegnazione in godimento dell'alloggio che precede il trasferimento della proprietà all'inquilino, deve essere determinato ai sensi del comma 3 articolo 2 della legge 431/1998, ed è oggetto della convenzione tra il comune e l'operatore o dell'atto unilaterale d'obbligo.
A partire dal giorno 6 ottobre 2010, alle ore 12.00 su questo sito e sul sitowww.intercent.it sarà pubblicato l'elenco degli alloggi che i nuclei interessati possono proporsi di acquistare. Essi hanno tempo fino al 22 dicembre 2010 per sottoscrivere un pre-contratto con l'operatore proprietario dell'alloggio prescelto.

CLICK DAY 23 dicembre 2010

I nuclei familiari che hanno scelto un alloggio e sottoscritto un pre-contratto con l'operatore economico proprietario dello stesso possono presentare la domanda di contributo il giorno 23 dicembre 2010 dalle ore 9.00 alle ore 17.00, compilando on-line la modulistica che sarà resa disponibile su www.intercent.it, nella sezione "Giovani Coppie", al link "Richiesta di contributo". Per andare direttamente al sito è possibile cliccare sul bollino verde "Click day 23 dicembre 2010" presente su questa pagina in alto a destra.

GRADUATORIA

La graduatoria dei nuclei familiari ammessi al contributo sarà pubblicata il giorno 30 dicembre 2010, sempre sul sito Intercent.
MAGGIORI INFORMAZIONI SU WWW.INTERCENT.IT

CONTATTI

REGIONE EMILIA_ROMAGNA
Francesco Mattioli
fmattioli@regione.emilia-romagna.it
tel. 051 5273772

mercoledì 17 novembre 2010

Sabato non ci sono solo le Agende Rosse, L'Aquila chiama l'Italia.

Sabato non ci sono solo le Agende Rosse, L'Aquila chiama l'Italia.: "Sabato non ci sono solo le Agende Rosse, L'Aquila chiama l'Italia.


MACERIE DI DEMOCRAZIA: L'AQUILA CHIAMA ITALIA"

Studia GasparrI !!!!

Studia Gasparri!!!!: "
Sebbene sia previsto dall'articolo 88 della Costituzione, non si può sciogliere una sola Camera semplicemente perché:

1) I tre scioglimenti (1953-1958-1963) erano solo effettuati per motivi tecnici: Camera e Senato avevano legislature diverse (rispettivamente 5 e 6 anni) e per far svolgere contestualmente le elezioni si scioglieva la Camera dei deputati. Per questo, nel 1963, hanno equiparato la legislatura delle due camere.

2) Scioglimenti per motivi politici e per salvare il Governo non ce ne sono mai stati: anche perché sciogliere la camera che esprimesse un'opinione difforme da quella del Governo sarebbe una punizione per questo dissenso (ma sappiamo che a Berlusconi il dissenso piace molto poco). Senza contare che il nostro bicameralismo è paritario: su quale fondamento sciogliere la camera che esprime, legittimamente, il proprio dissenso?

3) Lo scioglimento di una sola camera può avvenire esclusivamente perché quella camera non funzioni correttamente: la vita istituzionale ne sarebbe danneggiata. In questo caso si vogliono perseguire obiettivi diversi. E se, rivotando, alla Camera Berlusconi perde? Si avrebbero maggioranze diverse e quindi si riproporrebbe il problema. Si dovrebbero sciogliere, a questo punto, anche ambo le camere e si dovrebbe andare a votare due volte nell'arco di pochi mesi. Ma anche se le maggioranze fossero omogenee, si voterebbe per il Senato nel 2013 e per la Camera dei Deputati nel 2015: si ritornerebbe al punto 1, e quindi nel 2013 si dovrebbe sciogliere nuovamente la Camera dei Deputati.

4) Per quanto ne possa dire Berlusconi, è il Presidente della Repubblica che scioglie le Camere. Certo le consultazioni sono una prassi costituzionale anche molto saggia, ma non lo decide Berlusconi quale Camera sciogliere, nè decide Berlusconi se andare a votare: prima di sciogliere le camere il presidente della Repubblica DEVE valutare se è possibile trovare un'altra maggioranza che termini la legislatura e solo dopo che questo passaggio vada a vuoto si andrà a votare.

Per questo trovo inadeguato, oltre (e più che) Berlusconi, tutti quegli pseudodirigenti politici che non sanno nemmeno di che parlano. Gasparri stuuuuudiaaaaaa!!!

Alessandro Picarone


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«Gelmini sei 'na sola». Studenti in piazza in oltre 100 città

«Gelmini sei 'na sola». Studenti in piazza in oltre 100 città: "Fianco al fianco. Con due striscioni distinti: «Vediamo chi cade...», «La loro in-stabilità. Solo macerie per l'Università». Provocazioni al governo dagli studenti delle superiori e dagli Atenei. Due ore di attesa per chi studia nelle scuole romane, sotto il vento pungente di piazza della Repubblica. Poi finalmente arriva l'Onda universitaria e la manifestazione mondiale - (in contemporanea in 100 città di italia e in altrettante metropoli del mondo - per la difesa del diritto allo studio, può finalmente partire. 

«ASSEDIO A MONTECITORIO»
Per la scuola pubblica, restano i tagli pesanti e dolorosi per tutti: docenti, precari e bidelli. I fondi freschi sono solo ed esclusivamente per l'istruzione privata. Idem per gli Atenei sempre più agguerriti contro la rifoma. E sui cartelli la Gelmini è presa di mira: questo ministro «è 'na sola!!» - si legge -. Accanto al più eloquente: «Gelmini you're breaking my eggs....!». I cori si mischiano agli slogan tra i rimbombi dei fumogeni e dei petardi. Il corteo è allegro, combattivo. La polizia vigila a distanza. Gli studenti hanno un obiettivo: puntare su Montecitorio, dove la riforma dell'Università rischia di non essere calendarizzata per via di quel «bunga bunga» che ha accellerato la crisi di governo. E gli studenti la fanno da padrona. Riescono ad arrivare sotto le finestre del Palazzo: indossano caschi, cappucci, sciarpe... Le forze dell'ordine alla fine si arrendono, li fanno passare. Mentre il corteo si spacca: una parte dei manifestanti punta in Piazza Navona, dove nel pomeriggio la Flc-Cgil ha organizzato un dibattito con Paolo de Nardis (sociologo), Paolo Leon (economista), Lidia Ravera (scrittrice), Angelo Melone (giornalista ) e verrà anche proiettato il film: «La scuola è finita».

CENTO CORTEI
La Rete degli studenti , l’Unione degli universitari, L'Unione degli studenti e Link, la Fds,  hanno infatti organizzato cortei in più di 100 città per la giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio che arriva dopo una mobilitazione che dura da settimane: assemblee, sit-in, cortei ma soprattutto occupazioni, autogestioni e cogestioni di scuole ed università sono le parole d’ordine dell’ultimo mese. In poche settimane in tutta Italia, prosegue il «blocco della didattica tradizionale», si punta a  «riconquistare il presente, riappropriandosi dei propri spazi e del proprio futuro», sottolineano i movimenti studenteschi. «Dopo l’ultimo, sconcertante, aumento dei fondi alle scuole private - prosegue la Rete degli Studenti - approvato nel maxiemendamento ultimo colpo di coda di questo governo, ci sembra palese che la scelta di tagliare sulla scuola pubblica non sia una necessità, ma nasconde un’intenzione ben precisa: eliminare l’alternativa culturale e il pensiero critico nel nostro paese, consegnarci un futuro fatto di precarietà, assenza di diritti, crisi». Si schiera con gli studenti anche il Partito Democratico. «Condividiamo e sosteniamo le ragioni del mondo dei saperi e della conoscenza - spiegano Francesca Puglisi, responsabile Scuola, e Marco Meloni, responsabile Università della Segreteria Pd - Rivendicare il diritto allo studio in Italia significa rivendicare il diritto al futuro».

TORINO
Dopo aver occupato i binari della stazione di porta Nuova, nuovo blitz degli studenti che hanno da poco occupato Palazzo Campana, sede della facoltà di matematica e luogo da cui ebbero inizio le proteste nella città nel '68. Assemblea nel cortile del palazzo.

LE OCCUPAZIONI
Occupate anche le facoltà di Lettere e Lingue Catania. "Le occupazioni iniziate oggi solo il segnale del forte disagio che viviamo" - dichiara Link-Coordinamento universitario - "Protestiamo contro i tagli all'università e alle borse di studio, che rischiano di lascere a casa 150.000 studenti il prossimo anno". Anche la scuola è mobilitata contro i tagli. Occupati i licei romani Virgilio e Mamiani. Il Tasso ha scelto per ora l'autogestione.

PADOVA
Gli studenti  chiediono alla Regione la copertura totale delle borse per l’Anno Accademico 2010/2011, l'Istituzione di un fondo per l’edilizia universitaria, la Cancellazione del limite del 3% per le Borse per gli studenti immigrati. Accesso a internet per le residenze universitarie e apertura estiva delle residenze per i fuori sede. Una delegazione studentesca ha raggiunto l'assemblea della Fl-Cgil. A Mimmo Pantaleo e a Susanna Camusso ribadiscono che il movimento è pronto per lo sciopero generale.

BARI
Con un grande striscione in testa: «Hanno distrutto il nostro futuro, creiamo un mondo nuovo» circa duemila studenti stanno pacificamente sfilando in corteo per le vie del centro di Bari, scandendo slogan contro il ministro Gelmini ed i tagli alla scuola, all'Università, alla Ricerca e alla Cultura. La manifestazione, alla quale partecipano anche gli assessori regionali al Diritto allo Studio, Alba Sasso, e allo Sport, Maria Campese, e l'assessore comunale alle Politiche Educative, Fabio Losito, cominciata con il concentramento degli stuudenti in piazza Umberto, si concluderà in piazza della Libertà, davanti a Palazzo di Città."

"Vieni via con me"_ Saviano, Maroni: le paure della Lega Nord

Vieni via con me, Saviano, Maroni: le paure della Lega Nord: "



Il ciclone Vieni via con me, neanche a dirlo - più di 9 milioni di spettatori, record assoluto per Rai tre - sta sconvolgendo le beate abitudini dei politici, soprattutto quelli al governo: per personaggi d’altra parte abituati a Minzolini e Mimun deve essere difficile mandare giù una trasmissione che sembra non fare prigionieri; ultimo l’attacco di Avvenire e Osservatore Romano per come sono state affrontate la questione Eluana e il caso Welby.


La giornata di ieri del ministro dell’interno Maroni è stata molto intensa, visto che ha passato il tempo a inondare le agenzie stampa di comunicati su quanto fosse sdegnato, addirittura pretendendo uno spazio per replicare o ‘guardarsi negli occhi’ stile far west. Sacrosanta la risposta di Loris Mazzetti, responsabile del programma:


Il ministro ha a disposizione i telegiornali e tante trasmissioni di approfondimento politico. Da noi i politici vengono solo se funzionali al racconto. Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili, se lo abbiamo ingiuriato che si rivolga alla magistratura.




Ha ragione da vendere in quanto i politici in Italia già abusano di salotti televisivi e tg spot: non si capisce veramente per quale motivo un ministro dell’interno debba pretendere che una trasmissione diventi tribuna elettorale. Anzi, si capisce fin troppo bene.


Il valore per Maroni non è smentire le cose in se’, ma contare sul grandissimo pubblico di Vieni via con me per farlo.


I politici di Pdl e Lega hanno questo strano doppio comportamento quando si parla di televisione: pretendono un diritto alla replica quando gli fa comodo, per il resto visto il loro quasi monopolio televisivo non si preoccupano di concederlo, o non paiono particolarmente infastiditi dalla sproporzione di tempo che i tg dedicano a loro e non a tutti gli altri partiti.


Il punto è che il successo di Vieni via con me è legato anche a precise scelte, una di queste è invitare i politici solo se funzionali al canovaccio delle trasmissione.


Perché dovrebbero snaturare un programma così riuscito per le paturnie di Maroni, che ha tutto il resto della settimana e i vari Porta a Porta e Matrix oltre a quotidiani e radio per rispondere?


La foga di Maroni non fa altro che dimostrare la voracità e la bulimia dei politici quando si parla di media: e solo in Italia può succedere che un ministro ‘esiga’ di partecipare a una trasmissione per controbattere.


Il ministro forse dovrebbe sapere che il successo della trasmissione è anche legato all’insofferenza e non più sopportazione di atteggiamenti come i suoi.


Di cosa ha paura la Lega? Perché Maroni non dice cosa avrebbe detto di falso Saviano? Non lo dice perché lo scrittore campano ha raccontato un fatto, e rispolverato un’idea che è alla base della Lega: brava ad urlare, molto realista quando si tratta di scendere a patti con la malavita locale o i ‘ladroni’ di Roma.


Questa la risposta di Saviano alle accuse di Maroni:


Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni. Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un’altra cosa. Lo invito a rivederla e riascoltarla:io ho parlato solo di fatti, frutto di un’inchiesta giudiziaria dell’Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della ‘ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti che dovrebbero preoccupare il ministro dell’Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia.


Le parole di Saviano in televisione sono già state scritte molte volte dai giornali, e Maroni non si è mai scandalizzato: il problema quindi è che sono state dette in televisione e in una delle trasmissioni più viste di sempre. Il problema quindi è la paura che venga toccata l’immagine della Lega ‘dura’ e ‘pura’, non il fatto che la Lega scenda a patti con la malavita. Quello va bene, l’importante è che non si sappia.



Vieni via con me, Saviano, Maroni: le paure della Lega Nord é stato pubblicato su polisblog alle 13:00 di mercoledì 17 novembre 2010.







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I nomi, i cognomi e gli infami raccontati da Giulio Cavalli

I nomi, i cognomi e gli infami raccontati da Giulio Cavalli: "di Pietro Nardiello In un Paese normale non dovremmo stare qui a raccontare di morti ammazzati, strategie della tensione, pizzo o di politici che considerano eroi i mafiosi perché quel Paese ha già versato una quantità cospicua di sangue vivendo la stagione della Resistenza che gli ha consentito, così, di abbandonare il giogo della dittatura per vivere anni fiorenti di [...]Dovresti leggere anche:
  1. Nomi, cognomi e infami. Geografia delle mafie a Milano
  2. Lotta alla mafia. Intervista a Giulio Cavalli
  3. Disastro rifiuti in Campania: nomi e cognomi della casta della munnezza
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sabato 13 novembre 2010

4° giorno di sciopero della fame … ma falla finita!

4° giorno di sciopero della fame … ma falla finita!: "
Se davvero si può ritenere una cosa seria, fare lo sciopero della fame per far cadere il governo,
ditemelo che così mi metterò a pensare con più forza e determinazione al grillo che ha i testicoli più grandi del mondo.
Preferisco immaginare che si sia sparsa voce che digiunare ogni tanto faccia bene alla salute, [...]"



- di Rita Pani -

Omsa: il caso di una sconfitta evitabile.

Effettivamente, al mondo non c'è nulla di più convincente del successo, e niente di più ripugnante, soprattutto per le larghe masse, di una sconfitta. Perché dunque analizziamo una (probabile)  sconfitta?  Per trarre un bilancio per le lotte che ci attendono.                                                                                                                                     
 .
  


Il “caso Omsa”, dopo aver raccolto l'attenzione mediatica, si appresta a finire dimenticato nella galassia delle meteore del passato.
Media, che hanno sapientemente orientato l'opinione pubblica alla compassione caritatevole, vomitando la loro ipocrisia in doppiopetto.
Per le operaie Omsa, al contrario, questa vicenda resterà impressa nel tempo.
Così come non si scorderanno, ci auguriamo, del fetore lasciato dagli sciacalli che si sono avvicinati al loro dramma per girargli le spalle e tradire le loro aspettative. Qualcuno potrebbe storcere il naso e tacciarci di pessimismo, qualcun altro potrebbe ricordarci che il 18 novembre ci sarà un incontro tra la regione Emilia Romagna e Romani, il neo-Ministro dello Sviluppo economico.
Ma siamo certi che non cambierà niente, continuerà la commedia che si è trascinata in questi mesi: schernire chi lavora e concedere ciò che vuole a chi sfrutta e punta ad aumentare i suoi profitti delocalizzando.

La sconfitta ormai era nell'aria da tempo.
Sin da quando si ventilava l'ipotesi della riconversione.
Sin da quando i sindacati hanno iniziato a trattare separatamente con il padrone facendo a gara tra chi calava più in basso le braghe.
Si respirava aria di sconfitta, quando le votazioni avvenivano in piazzali ed erano una farsa in cui a votare vinceva chi portava più parenti.
Si respirava aria di sconfitta, ogni volta che si sentiva qualche dirigente aziendale (del presente o del passato) parlare di fronte al picchetto operaio e invece che esser respinto a pedate, lo si accoglieva come interlocutore credibile.
Noi, che abbiamo partecipato alle manifestazioni delle lavoratrici Omsa e abbiamo portato la nostra solidarietà ai picchetti, respiravamo l'aria della sconfitta quando vedevamo i politici locali e nazionali dei partiti borghesi sfilare di fronte alle operaie sullo sfondo delle elezioni regionali ed amministrative.
Per parte nostra, che alle regionali e alle amministrative invitammo all'astensione, prendemmo il caso Omsa di petto nel tentativo di dare un'alternativa nel mezzo di smarrimento e confusionismo.
Nel tentativo di dare un'indicazione d'indipendenza di classe e di radicalità di fronte all'attacco radicale del padronato.
Lo dicemmo chiaramente: siamo di fronte ad una scelta!
Evitare la lotta e lasciarci massacrare, evitando quindi la battaglia frontale, per essere poi sconfitti quotidianamente da un’IMPLACABILE guerra di classe strisciante e non dichiarata, condotta contro di noi lavoratori dal padronato.
OPPURE, possiamo affrontare il nemico, col rischio, sia pure, di essere sconfitti, ma anche con la probabilità, con MOLTE PROBABILITA’, di riuscire vittoriosi, ponendoci così nella condizione di arrestare la decomposizione dell’economia nazionale, costruendo un esempio vittorioso per migliaia di altri lavoratori e iniziando quindi a porre all’ordine del giorno la necessità di un’altra economia e di un altro potere! 
Lo dicemmo chiaramente: la soluzione passa dall’occupazione degli stabilimenti
Perché questo era il miglior mezzo per evitare i licenziamenti.
Se le lavoratrici Omsa avessero occupato e bloccato il trasferimento dei macchinari oggi saremmo di fronte ad un altro epilogo.
Sollecitammo la sinistra politica e sindacale a farsi carico dell’istituzione di un fondo di sciopero, una cassa di resistenza operaia, gestito direttamente dalle lavoratrici dell’OMSA.
Sollecitammo l’intera città e tutte le realtà di movimento a costruire una rete di solidarietà attraverso l’indizione di assemblee permanenti di quartiere, sia per rafforzare i picchetti operai che per raccogliere i fondi necessari per supportare una lunga battaglia contro Grassi e la sua cricca.
Non fummo ascoltati, se non da alcune operaie esasperate.
Non fummo ascoltati, nonostante l’impegno militante e l’empatia umana oltre che politica che investimmo in questa vertenza.
La battaglia delle operaie Omsa, per alcuni mesi fu la nostra bandiera.
Ne siamo usciti sconfitti al pari delle operaie Omsa, ed è normale che sia così: un partito dei lavoratori segue i destini della sua classe.
Ma ciò che rimane è una lezione imperitura.
Certo, non si pagano le bollette o l'affitto con la teoria, ma dalle sconfitte bisogna apprendere per evitare che domani siano altri lavoratori a non aver di che pagar l'affitto!
L’esperienza dell’Omsa insegna alla classe operaia nel suo complesso, che è bene innanzitutto NON farsi ammaliare dalle parole vuote dei politicanti di governo, dei parlamentari della finta opposizione (rosso sbiadita, tricolore, viola, o cinque stelle) né tanto meno dagli amministratori locali o dai sindacalisti concertativi.
E’ bene diffidare dai manager aziendali!
Nè credere alle loro rassicurazioni su improbabili riconversioni o altre “panzanate” del genere. Il padronato, detto semplicemente, è nostro nemico!
Ciò che conta, PER DIFENDERE in maniera INTRANSIGENTE i posti di lavoro è la forza dei lavoratori stessi; e la capacità di costruire solidarietà di classe.
E' questa indipendenza di classe che è mancata alla vertenza Omsa spesso controllata da burocrazie sindacali e politiche in combutta col padronato.
Si doveva costruire un fronte combattivo composto da lavoratori salariati, cassintegrati, disoccupati e precari. Si doveva far capire con i blocchi stradali, che quando chiude una fabbrica, MUORE un pezzo di città.
Si doveva far capire che sono i padroni che non possono vivere senza operai, ed è per questo che quando licenziano è solo per aumentare i loro profitti.

Oggi lo sviluppo degli avvenimenti ha fatto sì che anche il più arretrato tra gli operai (PERSINO UN CRUMIRIO) può capire che ci è rimasta solo la lotta.
Perché sono proprio vent’anni di compromessi e concertazione che ci hanno ridotti alla canna del gas!
Coloro che parlano di compromessi e di concertazione.
Coloro che ci hanno detto, e ci dicono, che: “se va bene l’azienda, tutto sommato vanno bene anche i lavoratori”… si sono rivelati per quello che sono: la quinta colonna di Nerino Grassi (padrone della Omsa n.d.r).
Noi sappiamo, sulla nostra pelle, che queste sono solo menzogne, balle colossali, dette al solo scopo di tenerci buoni, ma sappiamo anche, che è possibile scegliere tra la linea politica sindacale di chi ci ha ridotti alla rovina, oppure possiamo intraprendere un’altra strada.
Per quanto ci riguarda, sappiamo che senza una lotta implacabile contro la classe dominante, le conseguenze per noi proletari sono disastrose. Per questo è necessaria una svolta.

Che fare da ora?
E' ora di accelerare la costruzione di un coordinamento nazionale dei lavoratori delle fabbriche in crisi, per unificare la lotta e generalizzare la controffensiva operaia.
Sia noi che le operaie più combattive possiamo dire che siamo stati sconfitti in una battaglia ma non abbiamo perso la guerra contro il capitalismo!
- Boicottiamo le merci di Grassi: Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue, Arwa.
- Espropriamo senza indennizzo i terreni e capannoni dell’Omsa in modo da scongiurare una speculazione ulteriore.
- Rivendichiamo che amministrazioni locali, Regione e governo si facciano carico della emergenza Omsa avviando la nazionalizzazione e attraverso l’intervento pubblico si avvii alla ripresa della produzione. Se Grassi se ne è andato, chi sa produrre calze è rimasto!
- Rivendichiamo che amministrazioni locali, Regione e governo impongano al padrone di Omsa il pagamento del danno economico arrecato all’intera comunità faentina.

Fonte:
http://pclravenna.blogspot.com/2010/11/omsa-il-caso-di-una-sconfitta-evitabile.html

venerdì 5 novembre 2010

Non far finta di niente !!!

La voce della verità!
‎"EHY. DICO A TE, A TE CHE FAI FINTA DI NIENTE, PERCHE' E' ANCHE COLPA TUA SE IL MIO FUTURO FINISCE A 8 ANNI!".



By Simonetta

Omsa ?_No grazie !!!

Omsa ?_No grazie !!! Non possiamo che appoggiare l’iniziativa di boicottaggio promossa dalle lavoratrici O.m.s.a perchè non possiamo accettare di essere ridotte e ridotti ad oggetti del profitto altrui, a semplici pedine nello spazio dell’economia globale.

Solidarietà e consumo critico
Omsa?No grazie!

Le lavoratrici << O.M.S.A >> invitano tutte le donne ad essere solidali con loro.
Boicottiamo i seguenti marchi:
Omsa
Serenella
Golden Lady
Philippe Matignon
Sisi
Hue Donna
Hue Uomo
Saltallegro
Saltallegro Bebé
Mandarina Duck
Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni positivi ho la netta impressione che quest’anno e i prossimi a venire saranno davvero disastrosi per l’Italia.
Amiche e amici,
vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in questi giorni a Faenza, più o meno nell’indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni.
Il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia,dove ovviamente la manodopera, l’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.
Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e non più giovanissime, a rimaneresenza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti,salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare.
Trovo sempre più allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili all’orizzonte l’eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna,anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro per non alimentare l’indifferenza.

Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.»

Quindi se domani devi comprare un paio di calze, pensa bene a quale scegli. Optare per una calza Omsa significa appoggiare la politica di sfruttamento adottata dall’azienda, politica che fa ancora una volta della donna un oggetto. Questa volta nel senso dello sfruttamento del lavoro. 
Donne oggetti (come ci sono anche tanti uomini) che hanno dedicato la loro vita a far diventare grande il loro posto di lavoro, con sacrifici, passione e dedizione. Si tratta di lavoratrici che hanno reso la Omsa quella che è. E che si ritrovano di punto in bianco con un pugno di mosche in mano. Adesso non servono più. Non possiamo che appoggiare l’iniziativa di boicottaggio promossa dalle lavoratrici Omsa perchè non possiamo accettare di essere ridotte e ridotti ad oggetti del profitto altrui, a semplici pedine nello spazio dell’economia globale.
Omsa ?_No grazie !!!

mercoledì 3 novembre 2010

I precari non avranno la pensione !!!

I precari non avranno la pensione!:

«Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale».

Con questa “battuta”, Antonio Mastrapasqua, presidente INPS, in un convegno di Ania e Consumatori, il 5 Ottobre rivela che i precari non riceveranno alcuna pensione.
Questa è la situazione: con l’attuale sistema contributivo i precari non riceveranno nemmeno la pensione minima perché non bastano gli attuali versamenti da parte dei lavoratori stessi.

Le attuali decurtazioni dallo stipendio di un precario per i versamenti INPS, non serviranno al lavoratore.

Questo allarme è nato dalla simulazione pensionistica online che non offre nessuna statistica riguardante i lavoratori atipici, a progetto o parasubordinati.

Il servizio non è disponibile poiché non ci sono abbastanza versamenti e quindi il calcolo non può essere possibile.

Per ragioni di ordine pubblico non viene diffusa alcuna informazione sull’argomento.

Sono state mandate circa 4 milioni di lettere ai lavoratori precari ma in nessuna di esse è menzionato il problema.

Viene spiegato come versare i contributi ma non viene spiegato quando li renderanno.

Nessuno ha proposto ancora possibili soluzioni al problema.

Come al solito nessun media osa affrontare l’argomento.

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